Una pubblicità è sessista se:
- Si fa promotrice di modelli che consolidano gli stereotipi legati (per tradizione) ai ruoli di genere.
- Stabilisce in modo arbitrario determinati canoni estetici, considerandoli come prerogativa di successo.
- Presenta il corpo come un insieme di imperfezioni da correggere.
- Colloca i personaggi femminili in una posizione di inferiorità e dipendenza.
- Rinnega i desideri e le aspirazioni delle donne, e mostra come “naturale” il loro adeguarsi ai desideri e ai bisogni altrui.
- Rappresenta il corpo femminile come un oggetto, e cioè come un “di più”, un valore aggiunto alle caratteristiche di un particolare prodotto, come se fosse la sua confezione.
- Rappresenta le donne incapaci di controllare le loro emozioni e le loro reazioni, “giustificando” così la violenza che viene perpetrata nei loro confronti.
- Vìola la dignità delle persone e/o i diritti e i valori sanciti dalla Costituzione.
- Riflette in modo scorretto la condizione reale delle donne diversamente abili, non contribuendo o ostacolando così ad una corretta sensibilizzazione dei problemi che le riguardano.
- Usa un linguaggio che esclude le donne, che rende difficile la loro identificazione o che le associa a valutazioni peggiorative.
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