domenica 5 giugno 2011

A tutte le donne

A tutte le donne
Alda Merini



Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra.

martedì 31 maggio 2011

Sisley e i cetrioli - un esempio di campagna denunciata

La ragazza col cetriolo, i consumatori denunciano due spot della Sisley

Proprio sabato abbiamo visto un mega-poster pubblicitario della Sisley con la ragazza ed il cetriolo, sgradevolmente ammiccante nelle intenzioni, volgare nel risultato. Forse sarebbe il caso di fare pubblicità che puntano sul prodotto invece che voler solo attirare l’attenzione. Quella di cui parlo io, però, non è fra le pubblicità denunciate nell’articolo.
Non sono certo un bacchettone, però con questa continua mercificazione della donna, trasformata in oggetto, meglio se a carattere sessuale, unita a continue allusioni (per l’appunto sessuali) o trasgressive, hanno veramente rotto le scatole.
°°°
Le associazioni dei consumatori riunite nella sigla Casper (Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori) hanno segnalato oggi al Giurì di autodisciplina pubblicitaria e al ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, la nuova campagna pubblicitaria di Sisley che appare nei cartelloni stradali di molte città d’Italia.
Le immagini della campagna contestate sono in particolare due: nella prima si vede una ragazza seduta su un banco del mercato, tra pomodori, carote e altri ortaggi, che ammicca alla macchina fotografica stringendo in mano un cetriolo tenuto in posizione eretta.
Nella seconda pubblicità, invece, due ragazze piegate su un tavolo emulano l’azione si sniffare, con una cannuccia di carta infilata nel naso, così come fanno coloro che consumano cocaina.”Non vogliamo essere bacchettoni – spiegano al Casper -  ma riteniamo entrambe le immagini obiettivamente eccessive. In particolare la prima ha chiari richiami sessuali, e rischia di sminuire e strumentalizzare l’immagine della donna, legandola a vecchi stereotipi maschili oramai superati.
La seconda non ha bisogno di commenti; per quanto è palesemente diseducativa, potrebbe addirittura configurare una istigazione al consumo di droghe. Siamo consapevoli che lo scopo dell’azienda era proprio quello di suscitare scandalo – prosegue Casper – ma non possiamo esimerci dal chiedere un intervento del Giurì e del ministro Carfagna affinché ordinino il ritiro della campagna pubblicitaria in questione” .
da Paolablog.wordpress.com

Decalogo: come riconoscere il sessismo negli spot

Una pubblicità è sessista se:
  1. Si fa promotrice di modelli che consolidano gli stereotipi legati (per tradizione) ai ruoli di genere.
  2. Stabilisce in modo arbitrario determinati canoni estetici, considerandoli come prerogativa di successo.
  3. Presenta il corpo come un insieme di imperfezioni da correggere.
  4. Colloca i personaggi femminili in una posizione di inferiorità e dipendenza.
  5. Rinnega i desideri e le aspirazioni delle donne, e mostra come “naturale” il loro adeguarsi ai desideri e ai bisogni altrui.
  6. Rappresenta il corpo femminile come un oggetto, e cioè come un “di più”, un valore aggiunto alle caratteristiche di un particolare prodotto, come se fosse la sua confezione.
  7. Rappresenta le donne incapaci di controllare le loro emozioni e le loro reazioni, “giustificando” così la violenza che viene perpetrata nei loro confronti.
  8. Vìola la dignità delle persone e/o i diritti e i valori sanciti dalla Costituzione.
  9. Riflette in modo scorretto la condizione reale delle donne diversamente abili, non contribuendo o ostacolando così ad una corretta sensibilizzazione dei problemi che le riguardano.
  10. Usa un linguaggio che esclude le donne, che rende difficile la loro identificazione o che le associa a valutazioni peggiorative.

Intro

Questo blog è frutto di un idea nata dal progetto “Observatorio Andaluz de la Publicidad No Sexista”, creato dall’IAM (Instituto Andaluz de la Mujer), organo della Junta de Andalucìa. Mesi e mesi a pensarci e poi mi sono detta: perché non esportare un ottimo strumento di democrazia? Questa è la verità: ho scoperto un buon metodo di partecipazione attiva e sono qui, di fronte al pc, per proporlo; sono fermamente convinta che non ci possa essere vera democrazia e libertà quando un popolo permette che la dignità della donna venga calpestata e violentata, ogni giorno, ad ogni angolo della strada, sui cartelloni pubblicitari, nelle copertine dei giornali, negli spot televisivi, dall’antipolitica e dai quiz del dopo cena.
Non so ancora se queste pagine potranno avere la dignità di fac-simile delle originali iberiche; per adesso questo non sarà altro che un luogo di incontro, una piazza, un caffè cibernetico di denuncia: la partecipazione sarà la nostra forza. Si tratta di interrogarsi, di essere spettatori attivi, percettivi, consapevoli. Condividere le nostre scoperte per fare luce su quei contenuti manifesti ai quali purtroppo siamo abituati, ma soprattutto a quelli più sottili, nascosti in un ragionamento fallace o in un’immagine subliminale, che si insinuano in modo ancora più fastidioso nel nostro modo di agire sociale. Strizziamo le meningi e iniziamo a liberarci dalla discriminazione, dal sessismo, dalla violenza che farciscono la pubblicità!
Diamo voce alla nostra indignazione per rendere possibile e concreto un nuovo modo di fare pubblicità che abbia un codice deontologico con al primo posto il rispetto della persona, delle differenze, che abbia come scopo l’integrazione delle persone, che sia promotore di nuove e più giuste riforme sociali.